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Cari tutti,

come sapete per me la politica non è sempre e solo una brutta parola: con il tempo ho maturato la convinzione che, se lo è diventata, è a causa delle deleghe in bianco che ci siamo concessi il lusso di firmare ai vari rappresentanti di turno. Penso che il modo migliore per affrontare questa comprensibile crisi di fiducia, conclamata sfiducia, verso i famigerati “politicanti” sia prenderci ognuno le nostre responsabilità: informarsi, vigilare, partecipare, stimolare e metterci in gioco, ognuno rispetto alle proprie possibilità. Per questo negli ultimi due anni ho lavorato con un gruppo di persone volonterose, generose e capaci: nelle nevose notti d’inverno è faticoso lasciare il proprio divano, a fine giornata, come d’estate rinunciare ad una serata rilassante sotto le stelle… Eppure quando ci trovavamo intorno a quel tavolo, gli occhi e i sorrisi di tutti ci ridavano la carica e le nostre riunioni a parlare del possibile futuro del nostro Comune erano sempre stimolanti, vivaci, intense. Il gruppo di lavoro si è via via allargato, arrivando ad includere altre realtà territoriali, con le quali abbiamo creato la Lista Civica Idee in Comune, che correrà alle prossime elezioni amministrative. Il nostro è un gruppo eterogeneo, che di questo vuole fare la propria forza: chi ha avuto già la possibilità di amministrare, in vari ruoli, il paese, ha messo a disposizione la propria esperienza, e chi vive oggi la responsabilità e l’entusiasmo di una visione nuova dell’amministrazione sta lavorando con grande impegno per definire quali siano le politiche innovative più adatte alla nostra realtà – sociale e territoriale. Alla base di questa nuova compagine ci sono le idee di comunità e territorio, che si riflettono anche nel simbolo scelto da Idee In Comune: le idee che ci uniscono sono quelle che vorremmo portare dentro “le stanze dei bottoni”, seppur nel nostro piccolo.

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Chiediamo ai nostri compaesani di mettere a disposizione le proprie. Abbiamo molte piazze, virtuali e non, dove venire a parlarci, a dare suggerimenti, porci domande, dove dare anche spazio alle proprie perplessità: crediamo che senza partecipazione e confronto, non ci sia una comunità. E pensiamo che il “territorio” sia nostro: mio, tuo, dei nostri figli. Pensiamo che non possano più essere uno slogan la “tutela e la valorizzazione”, ma occasioni concrete per un diverso e più puntuale sviluppo economico, adatto alla nostra realtà: quella di un Comune ancora verde e bellissimo, ma che si trova in un momento critico della propria storia. San Felice, Portese, Cisano, possono diventare posti come tanti altri sulle coste del Lago di Garda, o luoghi d’eccezione, che sanno mettere a frutto le proprie caratteristiche, recuperando tradizioni e al contempo applicando modelli totalmente nuovi. Per essere aggiornati sulle nostre attività, per partecipare agli incontri, per scriverci i vostri pensieri mettete “Mi Piace” sulla nostra pagina facebook: Idee in Comune. Troverete tutte le informazioni necessarie, anche per venire a trovarci di persona nelle nostre sedi di San Felice e Portese. Io, per esempio, sono a Portese in via Trento 32 tutti i lunedì e mercoledì pomeriggio, dalle 16.30 alle 19.00. Spero di avervi incuriosito… e se non vi sentite nemmeno un po’ coinvolti… fateci sapere perchè! Magari qualche ostacolo possiamo provare a rimuoverlo insieme.

Passate a trovarci!

Passate a trovarci!

A presto,

Serena


Dopo tanto tempo rispolvero il blog. Lo faccio perchè voglio trasmettervi la mia recensione di un libro appena terminato, un libro importante, per il tema che tratta e per le parole con le quali è stato scritto – spero che le mie ne siano all’altezza, perchè vorrei che ognuno di voi lo cercasse in Internet e l’acquistasse – anzi, vi facilito la cosa: lo trovate QUI su Amazon.it. Faccio spudorata pubblicità. E’ un libro che dovremmo leggere tutti, ma non dovrebbe esimersi soprattutto chi, come genitore, parente, educatore, ha a che fare con i bambini. Il libro è scritto da Alessandro Chiarelli e s’intitola “Disonora il padre e la madre”, è un romanzo, il cui argomento è la violenza sui bambini, LE violenze, mi vien da dire.

Screen Shot 2014-01-29 at 12.09.14 PM Alessandro è Coordinatore dell’Ufficio Minori della Questura di una cittadina italiana, conoscere questa realtà per noi tanto terribile quanto lontana, è il suo quotidiano lavoro – non è uno che scrive per vizio, tutt’altro. La prefazione è di Isabella Bossi Fedrigotti, che per me è una garanzia, non solo perchè la stimo come scrittrice e giornalista, ma perchè ho frequentato per molti anni il suo forum “Così è la vita” sul Corriere della Sera: è lì che ho incontrato “virtualmente” Alessandro, ormai più di 10 anni fa, ed ho cominciato ad apprezzare il suo pensiero e la sua scrittura. Il suo romanzo è uscito nel 2009, ma non ho voluto leggerlo – da madre pensavo di non potercela proprio fare… Recentemente ne ho ricevuta una copia direttamente dall’autore (e ancora grazie) e, per fortuna, sono riuscita a superare lo scoglio del timore, quel buco allo stomaco che ti viene se pensi a certe cose. Conoscevo il suo talento per la parola scritta, ma ero lontanissima dall’immaginarne la maestria… Innanzitutto la storia non è “vera”: Antonio, il protagonista, non esiste, non esistono la madre Rita ed il padre Carlo, nè gli altri personaggi del libro: nonni, zii, insegnanti, … I fatti di cui si parla non sono mai avvenuti, così come descritti. Eppure. Eppure, in virtù del lavoro dell’autore, questa è una storia “vera”, un po’ come romanzi, eppur veri, sono “Il cacciatore di Aquiloni” o “Mille splendidi soli” di Khaled Hosseini. Non sono la biografia di nessuno, ma a qualcuno, in qualche parte del tempo e del mondo, quelle cose sono successe e – soprattutto, quei pensieri, quelle emozioni, sensazioni, reazioni, sono VERE. A differenza dai libri sopracitati questo non è un libro “terribile”, da harakiri. Non è come “Il bambino col pigiama a righe”, non ti porta a volerlo chiudere, a voler evitare la riga e le pagine seguenti. Si parla di qualcosa di truce, assolutamente tremendo, ma le parole e la scrittura pulite e profonde di permettono di continuare a leggere senza sentire che ti stai sottoponendo ad una raffinata tortura cinese. Forse questo non è solo il modo in cui scrive sempre l’autore, vien da pensare che sia una scelta consapevole, perchè questo libro non susciti il rifiuto, perchè si riesca a leggerlo fino in fondo. Sia chiaro: nulla è risparmiato al lettore. Nulla è raccontato da dietro lenti rosate, nulla è lasciato all’immaginazione. Il narratore parla in prima persona al bambino protagonista, dandogli del tu – ho avuto la sensazione che il narratore fosse il bambino stesso, divenuto adulto, che parla al se stesso di allora, che si ricorda ogni momento di quel periodo dell’infanzia che l’ha inevitabilmente segnato a vita. A volte il narratore ci trasmette i pensieri più infantili, le associazioni di pensiero, la visione e la lettura che un bambino ha delle persone e dell’ambiente che gli stanno intorno: una visione realistica e nettissima in certi casi, di una semplicità e di una logica paradossalmente poetica, che da adulti troppo spesso perdiamo. In altri casi, però, questa visione non può che essere lacunosa, incompleta, ignorante di tutto ciò che, inevitabilmente, il bambino letteralmente ignora. Altre volte questa voce vorrebbe poter dare ad Antonio gli strumenti per capire di più, andare oltre, come un angelo custode, come chi grida nella notte, terrorizzato, ma la voce non gli esce e non arriva a nessuno. L’ignoranza più profonda, però, è evidentemente quella di gran parte del mondo adulto qui descritto: nel libro c’è l’ignoranza inconsapevole, quella colpevole, quella dell’affetto di persone buone, ma limitate, quella tracotante, quella che “Ma ti prenderei a calci in culo!!”, ti vien da pensare… Ci sono personaggi “normali” in una cittadina “normale”: ci sono arroganti e vili, professionisti e profittatori. C’è, come unica consolazione, la consapevolezza che queste parole e questa completa e sorprendente empatia siano quelle di qualcuno che davvero lavora in polizia, che queste cose le vede, le vive, le affronta con questa stessa sensibilità tutti i giorni. E speriamo che non ci accada, e non accada mai a nessuno che ci è vicino, nulla di così spaventevolmente spaventevole, ma, in caso, arrivarci armati della lettura di questo libro ed avere la fortuna di inbappare in forze dell’ordine con questa preparazione professionale ed umana, potrebbe farci sentire meno disarmati contro i Mostri. Questo libro è utile anche a chi non deve affrontare queste mostruosità, ma ha la fortuna di avere bambini nella propria vita. Se il Mostro fosse solo uno, forse, queste cose non succederebbero così spesso. Ecco, questo libro solleva un po’ quel velo della nostra personale ignoranza, aiutandoci a vedere i Mostri e i mostrini nelle loro mille, all’apparenza più o meno innocue, incarnazioni.


Stavolta l’ho fatta grossa. Almeno spero. Ho lanciato una petizione su Change.org! Mai come questa volta vi chiedo di CONDIVIDERE PER FAVORE – e FIRMARE!

This time I’m aiming really high. And I better get there. I launched a petition on Change.org! This time more than ever I’m asking you to PLEASE SHARE – and SIGN!

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L’immagine l’ho rubata a Il Fatto Quotidiano – l’ho dichiarato a Change.org, ma non lo vedo scritto sulla pagina della petizione… spero non se la prenda nessuno…

I cittadini di Lampedusa hanno dimostrato anno dopo anno, sbarco dopo sbarco, naufragio dopo naufragio, di essere generosi, coraggiosi ed eminentemente Umani. Oggi, grazie alla meschina Legge Italiana, rischiano persino di venire indagati, quando accorrono in soccorso di persone in immediato pericolo di vita. Loro non lasciano solo nessuno. Non lasciamo soli i cittadini di Lampedusa: se l’Italia e l’Europa non sanno o non vogliono agire, il Premio Nobel per la Pace potrebbe fornire l’attenzione che merita il quotidiano dramma dei profughi che muoiono nelle acque del Mare Nostrum – e fornire a Lampedusa un aiuto concreto per affrontare l’emergenza, ed aiutarli ad aiutare. Il premio Nobel per la Pace per il 2013 verrà assegnato l’11 ottobre: abbiamo poco tempo, ma molta motivazione.

Grazie

Lampedusa’s citizens have demonstrated, year after year, debarkation after debarkation, shipwreck after shipwrek, that they are generous, brave and eminently Human. Today, thanks to the wretched Italian Law, they even risk to be put under investigation by the authorities, when they help people in immediate life-threatening danger. They leave no-one alone. Let’s not leave the citizens of Lampedusa alone: if Italy and Europe are unable or unwilling to help, The Nobel Peace Prize could provide the attention that the daily drama of refugees dying in the Mediterranean waters deserves – and supply Lampedusa with tangible support, help them to keep on helping. The 2013 Nobel Peace Price will be assigned on October 11th, we have little time, but lots of motivation.

Thank you

Aggiornamento: incoraggio tutti coloro che hanno un profilo Twitter a scrivere direttamente un tweet con il link completo alla petizione ai Premi Nobel per la Pace: IPCC, Al Gore, Leymah Gbowee, Ellen Johnson Sirleaf e Tawakkol Karman.

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Aggiornamento: abbiamo catturato l’attenzione del Nobel peace Center, che mi ha scritto e dato ulteriori info per meglio indirizzare le email, facendoci i migliori auguri!!!

We have caught the attention of the Nobel Peace Center, they wrote to me giving me more info on how to address our emails, while wishing us Best of luck!!

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Ognuno ha diritto ad esprimere le proprie opinioni, anche in merito ad opinioni altrui. Io credo questo: CREDO che Guido Barilla sia un furbastro, che abbia fatto una dichiarazione gigiona al suo pubblico gigione, credo che abbia fatto una scelta di mercato, CREDO che abbia detto una cagata e CREDO nel mio diritto di dire che è una cagata. CREDO nella Famiglia, nell’Accoglienza, nell’Amore, nella Solidarietà in un progetto comune di vita, spesso già complicata in un mondo complicato. CREDO che sia questo che definisce la Famiglia. CREDO che non si possano preferire gradazioni di tradizionalità per convenienza (il Sig. Barilla è al secondo matrimonio), cioè, si può benissimo farlo, ma allora credo di poterti tranquillamente chiamare ipocrita. CREDO che più che altro pensare di poter definire una famiglia solo secondo canoni tradizionali, storici e culturali di maggioranza sia un impoverimento e soprattutto CREDO che sia fuori dalla Realtà. CREDO nella Responsabilità Sociale delle Corporazioni (CSR), nel ruolo di Cittadino delle aziende che abitano il Territorio, CREDO nel potere della Comunicazione, CREDO nei modelli, CREDO nella realtà della presunzione e della tracotanza, CREDO che ci siano persone fragili che la subiscono ogni giorno sulla propria pelle e CREDO nelle persone ancora più fragili che hanno bisogno di rigidi binari al di fuori della realtà per sentirsi forti, perchè la realtà E’ difficile e complessa. CREDO nell’accettazione e nell’Accoglienza, CREDO nel Confronto, CREDO che siano l’unica via verso un reciproco Sostegno e Solidarietà per affrontarla questa realtà. CREDO che fornire ulteriori scuse ad una società retrograda sia irresponsabile, sia armare certe nature appunto fragili e violente contro chi di fragilità e di violenza già ne vive abbastanza, e credo che farlo per ragioni di mercato aggravi il tutto con le motivazioni abbiette. CREDO che non si possa giustificare tutto con la scusante del Mercato e credo che quella sia una bella battaglia per i Valori che valga la pena combattere. CREDO che l’immagine di una bella tavolata con persone riunite intorno ad un pasto famigliare non venga inficiata dall’orientamento sessuale dei commensali, CREDO che questo orientamento sessuale con la definizione, la realtà intima della famiglia c’entri come i cavoli a merenda, CREDO che la Famiglia, quando c’è, come la Bellezza, venga in tutte le forme, tranne quella violenta. CREDO nel valore e nella potenza delle Parole e credo che arrogarsi il diritto di chiamare famiglia solo una delle sue tante forme costituisca una forma di FURTO. CREDO che l’accoglienza di uno non costituisca in alcun modo l’esclusione o tantomeno la distruzione dell’altro. CREDO che la Libertà finisca solo là dove limita la Libertà di un altro, non solo di opinione, ma di Vita. CREDO che confrontarmi ed anche arrabbiarmi in questa ed in altre occasioni non indebolisca la mia personale lotta verso problemi più sostanziali degli omosessuali e di tutti i “diversi” (e, come è stato ben detto: diverso da chi…?), anzi, dal confronto e dallo scambio di opinioni esco rafforzata e motivata. CREDO di essere stata molto fortunata per aver avuto ed avere a tutt’oggi una famiglia composita, fatta di primi e unici matrimoni tra persone Cristiane e Cattoliche, primi e secondi matrimoni tra persone di provenienze diverse che hanno allargato la famiglia, regalato una mamma a me – che ha aiutato e sta aiutando mia madre e me nelle nostre difficoltà – e che abbia regalato una figlia a lei; ha aiutato me avere esempi di famiglia Cattolica che tiene la mano a quella omosessuale, non per forma, ma per sostanza. Credo che all’interno della mia famiglia gli unici ostacoli difficili da superare siano stati quelli della Malattia, delle Ipocrisie e della Violenza, e che siamo riusciti a farlo solo perchè eravamo circondati da sostegno, amore, diversità e ricchezza di punti di vista, che ci hanno unito ognuno a modo proprio, ma Tutti Insieme. Credo valga la pena essere coscienti di questo e difenderlo, non per barricarsi o imporre, ma perchè costituisce un’esperienza ed un esempio di Amore e di Morale, che altro non è se non l’Etica del Bene. Credo che tanti anni fa molte persone non avrebbero potuto godere della loro bella famiglia da secondo matrimonio (o anche convivenza), perchè qualcuno si sarebbe arrogato il diritto, per falsa morale e addirittura per Legge di non permettergli di essere nè definirsi Famiglia e SPERO che tra qualche tempo la Famiglia possa essere finalmente luogo di tutto ciò che di bello ho descritto fin’ora e non terreno di vane e vuote battaglie per l’esclusione di chi la Famiglia la vive in un modo a noi sconosciuto, ma altrettanto amorevole. CREDO che oggi Gramellini abbia un po’ peccato di Benaltrismo, ma CREDO che lo perdonerò. E buona giornata – oggi arriva mia madre e devo mettere a posto, perchè la famiglia è anche rompimento di scatole, per tutti, di tutti i colori, generi, orientamenti sessuali!!!! ❤

Per ogni bambino la Famiglia è quella che ha, comunque essa sia composta. Tutto il resto è inutile e pesante sovrastruttura.

Per ogni bambino la Famiglia è quella che ha, comunque essa sia composta. Tutto il resto è inutile e pesante sovrastruttura.


Mi è sempre sembrata tanto mediatica questa definizione. Pensavo, per il femminicidio come per l’aggravante omofobica o razzista all’omicidio, che ci fosse un po’ troppa enfasi sul CHI si uccide o si aggredisce, perchè in fondo chi è violento è violento, chissenefrega contro chi. Mi sembrava che battersi per queste definizioni giuridiche non rendesse servizio alla lotta per la parità. Mi sbagliavo. Ed ho capito perchè. Qui non si tratta infatti di difendere categorie deboli, ponendo una bandierina di motivazioni abbiette perchè contro l’etica, non parliamo di politicamente corretto, non sono categorie più meritorie di difesa di altre. Il femminicidio, la violenza contro i gay, l’atto razzista, nascono da una certa cultura, con una specifica motivazione psicologica, sociale, culturale, che va al di là della violenza di per se stessa. Per fare in modo che questi atti possano essere meglio contrastati (alla radice, prima che vengano commessi) ci vuole una preparazione specifica, che va oltre il rifiuto della violenza. Anche per gli atti di bullismo contro i bambini fragili, in sovrappeso, di colore o spesso anche solo comportamento diverso, non vengono dalla stessa radice, ma ognuno da radici distinte, che vanno indagate, conosciute una per una, perchè possano essere combattute con consapevolezza (anche dalle donne stesse, per esempio).

Bene la rappresentazione dalanti a Montecitorio ieri, voluta dal Ministro Carrozza, ma adesso ci vuole sostanza!

Bene la rappresentazione davanti a Montecitorio ieri, voluta dal Ministro Carrozza, forse si è accorta che sono proprio i suoi colleghi ad aver bisogno di non chiudere gli occhi… Ma adesso ci vuole sostanza! (da corriere.it)

La violenza può essere la stessa nel risultato ed è pacifico che nessuna violenza sia accettabile, ma per fronteggiare efficacemente ognuno di questi atti, dobbiamo conoscerne profondamente le motivazioni socio-culturali che la nutrono: affermare che la violenza non è mai una soluzione non basta. Questi passaggi legislativi servono ad identificare chiaramente non le categorie aggredite, ma le ragioni per le quali gli aggressori arrivano a tanto: e fermarli, partendo dall’educazione. Mi ha colpito in questi giorni il programma che partrirà nelle scuole elementari e medie a Torino: spero che sia un pilota e che possa presto apparire in tutte le scuole. Ed è desolante che a Roma siano riusciti a far “slittare” ogni singolo provvedimento che vada nella direzione legislativa e socio-culturale necessaria, infarcendo leggi e decreti di emendamenti, perchè possano fare felici tutti (i parlamentari), non facendo alla fine felice nessun cittadino. Ma oltre alle motivazioni culturali, religiose, politche e soprattutto elettorali di questi emendamenti, mi spiegate cosa ci fanno emendamenti sulle Province, nella legge sul Femminicidio???

Poi, certo, non scordiamo l’educazione l’attenzione e l’esempio che diamo in casa, spesso incosapevolmente!!


I più fedeli lettori del blog (e se sono lettori del blog sono fedeli, non c’è scampo!) si ricorderanno di Nina, una bambina molto particolare, e della sua altrettanto singolare famiglia. Dopo aver avuto l’onore di averle qui tra noi lacustri per tutto il mese di agosto, sono finalmente tornate a Roma senza di loro non sappiamo come fare ;-). Ci abbiamo pensato e crediamo che anche con tutta la forza, l’ironia e la determinazione di Mami Compulsiva, Papà Velcro e Piccola Hooligan, certe cose vengano meglio quando affrontate in compagnia: le difficoltà, ma anche le feste! Per fortuna Nina ha tanti amici e noi siamo tra quelli: speriamo vi unirete numerosi a noi per una giornata di allegria in onore della Microba più tenera (e tosta!) che io abbia mai avuto la fortuna di conoscere. Il blog In Viaggio con Nina apre una porta su un modo coraggioso e vitale di affrontare la disabilità e le avversità quotidiane – perchè poi non è che se hai in famiglia un disabile, tu sia immune dalle comuni menate che ammorbano anche la vita di tutti gli altri, il mondo non si ferma per nessuno! E noi non ci fermiamo per nulla al mondo: sabato 5 ottobre, tutta la giornata in festa!

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NB: se voleste “sponsorizzarci” con qualsiasi donazione/contributo, saremmo felici di far sapere ai nostri ospiti della vostra generosità!!


Stamattina su facebook  questo titolo mi ha agghiacciato. Decadenza Berlusconi: Violante apre al ricorso alla Consulta: “E’ suo diritto”. Sì, va bene, sarà, ma suppongo ci abbiano già pensato i suoi avvocati, cosa ne dici Luciano? Violante. Ma chi è Violante? E’ molte cose, alcune le so, altre le ignoro. Altre le ignorate voi – la maggior parte probabilmente le ignoriamo tutti. Perchè oggi quello che dice è così significativo, e pericoloso? Ex-magistrato, antimafia, peccarità. In Parlamento da circa 20 anni anche lui. Trovate tutto su Wikipedia – tutto quello che c’è… Trovate persino una voce: “Rapporti col PdL” pensa te, “il ponte di collegamento” – io avrei denunciato Wikipedia, lui niente… Insomma, io questo video l’ho visto da un po’, in TV dalla Guzzanti (Sabina). L’ho fatto circolare, l’ho spedito più e più volte a Civati, ne ho chiesto conto a Renzi – nessuno dei due me ne ha dato conto, e se non me ne danno conto loro, chi…? Qualcuno, per favore, a questo punto, lo mandi a Grillo. Anche se Grillo sicuramente lo conosce bene. E non lo usa neanche lui…!! Gente, cosa aspettate? La prossima campagna elettorale o questo video resterà per sempre il segreto di Pulcinella? Certo, sono ancora troppo pochi gli Italiani che lo conoscono. Eccolo. Per favore FAR GIRARE!!!

Qui la versione che arriva subito al punto:

Nel video integrale, il discorso è anche interessante di per sè, ma quello che salta all’occhio oggi è questo ruolo di “Ponte” col PdL, non con l’opposizione, con un’opposizione – con il PdL (Allora Forza Italia? Non ricordo), amici, addirittura. Connivenza, altrochè…

PS: All’inizio del video lungo c’è un Casini di un umorismo apprezzabile come Presidente dell’Aula. I nostri politici stanno proprio ai posti sbagliati. O i comici? O viceversa…? Mi sono persa…

Aiutatemi a ritrovarmi, aiutateci a ritrovare questo paese. Chiarimenti a questo proposito noi dobbiamo chiederli TUTTI, SEMPRE, se speriamo che prima o poi qualcuno risponda, ci spieghi! E’ tempo di regolare TUTTI i conti, sennò non si ricostruisce una pippa sui segreti e le sabbie mobili lasciate dal passato…

Grazie


Life is what happens while you are making other plans, diceva John Lennon – la vita è ciò che succede, mentre stai facendo altri progetti. Ieri sera sono stata ad uno dei concerti più belli della mia vita. Ci sono inciampata, come preferisco fare, a conferma che, a volte, gli incidenti di percorso sono la parte più interessante del viaggio. Sono di nuovo in Calabria, questa regione che ho scoperto 3 anni fa e che, ogni volta che torno, mi regala sorprese generose. Sono qui, con amiche e figliolanza, al Villaggio il Gabbiano, e i ragazzi dello staff ci dicono che la sera ci sarà una festa a Santa Domenica di Ricadi: concerto di Mimmo Cavallaro e Cosimo Papandrea, Taranta… Decidiamo di andare a vedere di cosa si tratti, per scoprire un po’ di colore locale – e partite con il tipico atteggiamento da turiste un po’ snob, una di noi ha postato la locandina del Taran Project su facebook, commentando con sarcasmo “Seratona”. Little did we know… Arriviamo in un paese pieno di gente, di luci colorate a festa, e ci incamminiamo per la via principale, fino alla piazza. Vediamo un palcoscenico molto più grande di quello che ci aspettassimo, con una bellissima scenografia di luci, e ci fermiamo a guardare. Sentiamo le prime note, scattiamo qualche foto ai paesani affacciati alle finestra di casa e cominciamo a muoverci col ritmo, pian piano, inconsapevolmente, fino a ritrovarci a ballare. E più balliamo, più ci sentiamo coinvolte, più balliamo, più ci avviciniamo al palco, in mezzo alla folla che va dai 6 ai 60 anni – ma la maggior parte sono giovani -, più balliamo più vogliamo ballare. Mimmo Cavallaro e Cosimo Papandrea, seduti, cantano e suonano, una corista (ma il termine sminuisce la sua bravura ed il suo ruolo) in fondo al palco contralta e danza, con una presenza scenica da grande solista. Siamo rapite, incantate, la Taranta ha posseduto anche noi. Ad un certo punto esce sul palco un prete, tutti si fermano e, a pochi metri da noi, da un gruppo di ragazzi, parte un coro: “Uno di noi… Carmelo uno di noi… Uno di noi…”. Don Carmelo parla al pubblico, ha organizzato lui questo concerto: parla di vita, di musica, di giovani. Penso che forse mi trovo davanti al Don Gallo locale (al suo erede? Speriamo!), mi commuovo. Don Carmelo esce di scena, accompagnato dal coro di quei ragazzi, tra i quali, scopro oggi con piacere, c’è anche Glauco, che sta alla pizzeria del villaggio. La musica riparte, incontriamo due ragazzi che al villaggio fanno servizio in sala e ci fanno ballare. Uno di loro, Vincenzo, è nuovo, non abbiamo ancora fatto amicizia, avrà a malapena vent’anni: ci prende per mano senza la minima esitazione e capiamo che l’uniforme nascondeva questa benedetta natura intraprendente. Balliamo, sudiamo, pestiamo piedi, i piedi ci vengono pestati, balliamo, balliamo, balliamo. Ad un certo punto Claudia (che è Romana), si ferma e dice: “Vincè, nun ce la faccio più! Me stai a fà morì!” Vincenzo non si squassa e risponde, sorridente: “A signò è solo pe’ ‘na notte”, regalandoci così una perla di saggezza e un concentrato di giovinezza, un pensiero che ci accompagnerà ogni volta che crederemo di essere troppo stanche per goderci un bel momento, ogni volta che vorremo rinunciare, ogni volta che varrà la pena perdere il fiato. La musica continua ed io vorrei cantare, vorrei conoscere le parole di quelle canzoni, vorrei capire il dialetto calabrese, vorrei che la musica non finisse più, e per un attimo sembra che possa essere così. Don Carmelo torna sul palco, con un paio di occhiali dalla montatura arancio fluorescente, abbraccia Mimmo, ringrazia, se ne va, e parte l’ultima canzone, tra l’applauso scrosciante e l’entusiasmo della folla – che non è più folla, sono persone che abbiamo abbracciato, le cui mani abbiamo stretto, con le quali abbiamo scambiato sorrisi e condiviso l’estasi della Taranta. Poi la musica finisce davvero, alle spalle della piazza parte un breve spettacolo di fuochi artificiali, che, sarà anche politicamente scorretto, ma devo dire che noi ci siamo proprio godute, sedute sul marciapiede, una birra gelata in mano, mentre la gente s’incammina per tornare a casa. Dopo 20 minuti abbiamo ancora il fiatone – e il sorriso stampato sulle nostre facce fluorescenti e fradice, come le magliette, i capelli, le braccia le gambe. Penso che l’Italia è viva e pulsante. Penso che è il paese della tarantella, e che ha ragione Claudia a dire che la tarantella è il nostro rock’n’roll. Penso che voglio portare Mimmo Cavallaro e Cosimo Papandrea a Salò. Penso che c’è tanta, troppa Italia della quale non sappiamo nulla, capace di entusiasmare, di trascinare, forse addirittura di tendere la mano al Paese per aiutarlo ad uscire dalla palude. L’ho detto a mia figlia stamattina, quando si lamentava perchè i sui amichetti le davano della pazzerella. “Amore, nella vita è sempre meglio scegliere la Taranta, piuttosto che il pantano.”

PS: faccio la figura della turista una volta di più, perché mi dicono che paragonare Don Carmelo a Don Gallo sarebbe esagerato e un po’ blasfemo, eppure le mie sensazioni sono state quelle ed io continuo a sperare. Mimmo Cavallaro è stato in prigione per ‘ndrangheta: anche in questo caso spero… a me sembra proprio che abbia imparato qualcosa.

PPS: purtroppo non riesco a caricare le foto ed il video che ho girato, mi piaceva tanto, con i palloncini dei Barbapapà che mi passavano davanti all’obiettivo. Ma ci tengo a farvi ascoltare la Taranta del 2013, chiudete gli occhi e cominciate a ballare…


Speravo, stamattina, di trovare più spazio dedicato dai giornali alla partecipazione di Fabrizio Barca a Otto e 1/2 di ieri sera, 11 aprile 2013. Qualche notizia c’è, ma non trasmette nemmeno lontanamente la portata, l’importanza della puntata di ieri sera. Cos’è successo? E chi è Fabrizio Barca, per chi, come, me, fino a poco fa non lo conosceva? Fabrizio Barca è un economista, è stato ministro della Coesione Territoriale con Monti, ed è stato uno dei ministri migliori: ha lavorato, efficacemente, in silenzio. Io l’ho scoperto poco tempo fa, sempre a Otto e 1/2, e mi sono detta “Ma chi è questo?”, un po’ come mi è successo con Renzi un paio d’anni fa. Sappiate che io ho naso. E’ una dote che non mi serve a nulla nella vita, ma c’è una cosa per la quale ho naso: becco sempre i futuri protagonisti, che sia nel panorama Holliwoodiano, che in quello politico. Insomma, Barca mi è piaciuto subito. Ho temuto non fosse di sinistra, confesso 🙂 Poi ho scoperto che lo era, se vuole ancora dire qualcosa. Poi ho temuto che il PD lo fagocitasse, o lo usasse per fagocitare Renzi (che poi è la stessa cosa). Poi ieri sera, prima di mettere le pupe a letto, ho sentito che tornava ad Otto e 1/2. Ho messo in pausa, ho rinunciato ad una serata spensierata e ho deciso di ascoltarlo. E per fortuna. Barca ieri sera ha annunciato la sua iscrizione al PD, portando in contemporanea con sè un documento da 46 cartelle, per la riforma (anzi, la rivoluzione) del partito. Del partito e dei partiti, proprio come organo, come strumenti, come associazioni, come istituzioni. Entra in punta di piedi, insomma! Barca propone, ad esempio, una sorta di separazione delle carriere: i dirigenti del partito si occupano di quello, dirigere il partito, mentre chi sceglie e viene scelto per operare in parlamento, resta fuori da incarichi direttivi – e già lì mi sembra un’ottima idea – e mi fa subito brillare la scintilla di Barca segretario e Renzi premier. Ci è stata ventilata questa possibilità, lui l’ha colta. Spero faccia altrettanto Renzi. Di corsa. Sì, perchè ieri sera Barca ha proprio fatto capire che lui Renzi non lo vuole fuori, ma accanto. Si è mosso d’anticipo Barca, ha scelto il proprio ruolo, non si è fatto strumentalizzare, ha confermato quello che penso di lui, per quel poco che ho potuto capire in questo breve periodo: è un uomo che ha visione, senso del dovere, del servizio, del tempismo. Ha contenuti ed ha strategia: e oggi l’uno senza l’altro restano purtroppo lettera morta. Voglio leggere queste 46 cartelle io, nelle quali il Partito diventa interprete, contenitore e coordinatore delle iniziative sociali, terreno fertile e disponibile alla contaminazione della “società civile”. Barca è partito dai primi articolid ella costituzione, quella carta all’altezza della quale sembra ci siano solo i nostri sentimenti ingenui quando viene letta da Benigni in TV, ma che invece dovrebbe veramente essere guida e principio fondante della nostra società e della nostra legiferazione. Insomma: nell’immobilismo del PdL, nell’illusorio rivoluzionismo (passatemi il termine) dei 5 stelle, che vogliono cambiare tutto, senza sporcarsi le mani, Barca fa la sua mossa, prende le redini, prova a rifondare il PD, a farne qualcosa di assolutamente nuovo, basato sui principi fondanti di un paese che deve avanzare, e che non può semplicemente buttarsi allo sbaraglio. Grande coraggio, grande intuito, lo ringrazio. Chi glie l’ha fatto fare, gli chiedeva la Gruber ieri sera, parlare di partiti proprio oggi… Un ispirato, lungimirante, attento, sveglio senso del dovere. Ricordiamoci questa mossa sosteniamola. Ieri sera, rinunciando ad una serata spensierata, non sapevo di ritrovarmi con una serata tanto ricca di speranza. Poi Annozero – e finchè non mi sono addormentata, perlomeno – non ho sentito accenni a questa proposta, a mio parere rivoluzionaria. Ed i giornali oggi: fino a poco fa, almeno quelli online, seguono notizie molto più inciucione e politichesi. Poi ecco, finalmente su La Stampa (e ancora una volta, bravo Mario Calabresi): il Progetto Barca. Diamo importanza a questa proposta. Non lasciamo che ce la portino via. Avreste voluto votare per Renzi, ma vi scocciava troppo dare 2€ al PD? Vi siete resi conto poi di aver fatto una cagata? Che se nei partiti ci sono i contenuti giusti, non c’è etichetta che tenga? Volete qualcosa di diverso da tutto quello che avete già visto, Grillo compreso? Volete CAMBIARE ADESSO?? Leggete, informatevi, sostenete, fate leggere questa proposta. Abbiamo bisogno di persone così come dell’aria. Letteralmente.Screen Shot 2013-04-12 at 10.15.15 AM


Vediamo se il buio si squarcia, vediamo se uno spiraglio si apre. Voglio chiedere agli elettori del Movimento5Stelle di sottoscrivere la petizione della loro collega, perchè si possa formare un nuovo governo, più che mai nelle mani di giovani entusiasti – quelli eletti con i “grillini” e quelli usciti dalle parlamentarie del PD. E così chiedo di fare anche agli Italiani che che hanno votato PD, ed a TUTTI quelli che credono si possa cominciare a lavorare da subito. Bersani potrà servire come Virgilio, accompagnerà i nuovi arrivati nei meandri dell’Inferno della pubblica amministrazione e permetterà di conoscerla senza bruciarsi – e di cambiarla, perchè per riuscirci in modo efficace, questa brutta bestia bisogna conoscerla profondamente. M5S sarà uno sprone per tutti quei parlamentari che hanno veramente capito che il cambiamento CONVIENE A TUTTI – non abbiamo scelta. Persino Bersani se n’è accorto! Ragazzi, entrate in parlamento e governate, siete stati eletti per questo ed avete la possibilità di farlo, spero la cogliate. Spero che il vostro megafono non si tramuti nella vostra stessa voce, che serva ad amplificarla, non a sostituirla. Non aspettiamo “il Grande Inciucio”, è proprio contro natura, partorirebbe un topolino e non basterebbe all’Italia, non c’è tempo! La questione è: essere trionfatori assoluti, sopra le macerie di una nazione intera, o iniziare subito a ricostruirla? Possiamo cambiare questo paese. Cominciamo.

Per leggere e firmare la petizione, clicca qui: Caro Beppe_Grillo Io l’ho fatto, anche se penso che potranno essere visti poi i veri punti in comune, condivido al 100% questa direzione.

Chiedo agli altri blogger e a tutti coloro che condividono questo pensiero, di condividere questa petizione. Grazie

Lei è Viola, brava: Screen Shot 2013-02-28 at 8.26.44 AM