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I più fedeli lettori del blog (e se sono lettori del blog sono fedeli, non c’è scampo!) si ricorderanno di Nina, una bambina molto particolare, e della sua altrettanto singolare famiglia. Dopo aver avuto l’onore di averle qui tra noi lacustri per tutto il mese di agosto, sono finalmente tornate a Roma senza di loro non sappiamo come fare ;-). Ci abbiamo pensato e crediamo che anche con tutta la forza, l’ironia e la determinazione di Mami Compulsiva, Papà Velcro e Piccola Hooligan, certe cose vengano meglio quando affrontate in compagnia: le difficoltà, ma anche le feste! Per fortuna Nina ha tanti amici e noi siamo tra quelli: speriamo vi unirete numerosi a noi per una giornata di allegria in onore della Microba più tenera (e tosta!) che io abbia mai avuto la fortuna di conoscere. Il blog In Viaggio con Nina apre una porta su un modo coraggioso e vitale di affrontare la disabilità e le avversità quotidiane – perchè poi non è che se hai in famiglia un disabile, tu sia immune dalle comuni menate che ammorbano anche la vita di tutti gli altri, il mondo non si ferma per nessuno! E noi non ci fermiamo per nulla al mondo: sabato 5 ottobre, tutta la giornata in festa!

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Da una piattaforma all’altra, per tendere faustianamente ad affinare e completare l’arte della comunicazione, per inseguirla costantemente. Ogni spazio ha i propri linguaggi ed ogni linguaggio permette l’espressione di un concetto, una sfumatura, una piega dell’anima diversi, che forse non esisterebbero nemmeno, se non esistessero i luoghi, le lingue ed i mezzi stessi attraverso i quali li esprimi. Ho deciso di aprire la pagina facebook di scrivoxvizio, per arricchirlo di voci e di angolature, anche se temo che ancor di più adesso prendiate il vizio, appunto, di commentare su fb, invece che sulle pagine del blog 😀 Ma certi rischi val la pena correrli, chissà cosa ne salterà fuori. Chissà cosa ci metteremo dentro.

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Add New Post. Blank. It happened already quite a few times lately. Read the newspaper to grasp an idea. I might. But today it doesn’t seem to work. Pouring rain outside – finally. Sounds of wind shaking the trees and water dotting the terrace frantically. Hail, even! Must say I don’t mind it at all, goes with the mood: not necessarily for the cold grayness of it all, rather for the coziness inside the house, that is heightened by the storm – as well as the restoring freshness of the water, as the garden, the dirt… the mouth, the throat, the skin, the whole earthly body is thirsty. The mind and the heart too, actually. So, there. One of those days. For some reason, unknown to my own self, writing helps. Writing in English helps even more, but for the life of me I wouldn’t be able to tell you why. So, here I am, writing in English, while the storm rages outside, and the screen isn’t blank anymore, I did end up writing something – not so sure it’s blog-worthy, not so sure it could be interesting for anybody to read, or for me to publish, for that matter. But I do need to put out stuff, feeling sterile is just the worst. What is this, an insight into a writer’s blocked blogger? A psychotherapeutic session? A confession? Just rambling? Well, I did tell you there would be some of that too in these pages. To top it all today’s Father’s Day. Not that my dad and I ever did anything special on this day, wishes and a token, when I was around to give him one, were all. But today there’s no point in picking up the phone and dialling that number that I just won’t delete from the contacts – why would anyone? I guess most of us go around with cell phones in which there is at least one number of someone who is just out of reach by now. Ghost phone numbers. Well, deleting them seems such a harsh little gesture. Keeping them could be meaningless, possibly, but still. As a friend told me today: “Shit: one learns to swim through that too”. I’m sure I will. Bof, sure might be to big a word at times, but let’s say I am pretty confident. Yeah that’s better. So, here’s what the chef is cooking today, it ain’t much, but it’s genuine. And out of the kitchen it goes. Reception doesn’t much concern me, unfortunately, at the moment it’s more about putting out than anything else. But maybe, just maybe, someone will read and feel less alone, that would be good of course – only that’s not the main objective, is all I’m saying. What am I saying? Oh, let’s not start it all over. Blue is only one colour in the rainbow… It’s great to have all the others at hand, but still, you can’t do without blue. It could even be a good thing. Well, the storm is over already and the sun is back – outside, that is. I’ll be seeing you soon enough. Take good care, will you?

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Il fatto è che io non ho tenuta su lunga durata. E’ la costanza che mi manca. Il fiato. Dopo una settimana vissuta tra la tastiera e gli schermi del computer e della TV, dopo tutti i ragionamenti che ho fatto su governi che cadevano ed altri che nascevano, le osservazioni, le speranze, adesso ho la sensazione che mi serva tempo per disintossicarmi. La serata L:O:V:E: mi ha instradato, mi ha distratto dalle preoccupazioni sulla politica nazionale e mi ha regalato il piacere della performance, come non me lo godevo da tempo. Seguo i primi giorni di questo governo rendendomi conto che più mi sembra di sapere, più ignoro, capisco che posso capire solo limitatamente, continuo a fidarmi dei miei istinti, veglio ed attendo. E voi? Forse è ora di una scossa: me la date voi? Mi sento un po’ letargica, francamente. Tanto mi piace imparare, curiosare e incuriosire, osservare, riflettere, rimuginare, essere sorpresa e sorprendere, tanto la pigrizia riesce in un battibaleno ad inglobarmi in una bolla, che finisce che mi porto sempre addosso: scuola, spesa, figlie, amiche, progetti, riunioni… a volte fanno parte del reale che amo, a volte sembrano lì solo per impedirmi di addormentarmi, manco avessi tutt’un bosco attorno, che – col buio, il silenzio e le morbidezze del muschio – sembra tanto accogliente… così facile… lasciarsi andare… Mi riposo e mi rigenero? O mi azzero? Lanciatemi un’esca, magari abbocco…

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Da pochi minuti ho terminato un raccontino, scritto sul blog di una “collega”: Due Torri e Nuraghi . “Intimi racconti di viaggio” è  un esperimento molto interessante, che mi ha immediatamente dato voglia di partecipare. Partendo da una serie di fotografie, si propone ai visitatori di scrivere un racconto, una poesia, una raccolta di parole, che dia loro voce. Quali viaggi si possono fare attraverso le immagini? Quali sensazioni ci suscitano? Quali storie ci raccontano? Quali abbiamo voglia di condividere noi? Mi piace da sempre l’idea della collaborazione tra artisti, ma anche tra persone “comuni” per creare arte, per esprimere una realtà personale, che a volte regala addirittura un risultato universale. Le prime fotografie, di Valentina Notari, hanno ispirato, ad oggi, 13 autori, dilettanti o meno, ma che di sicuro si dilettano ed in molti casi dilettano anche noi: il livello mi è sembrato veramente ottimo, mi sono goduta la lettura, ma prima di leggere, chiaramente, ho scritto, per non farmi influenzare, ma anche perchè la situazione mi era chiara, le parole sono arrivate facilmente, e come sappiamo bene “a noi non resta che scriverle in fretta, perchè poi svaniscono e non ritronano più” – per gli scrittori è un po’ come per i musicisti 🙂 I contributi sono aperti fino a fine mese, quando Martina pubblicherà altre foto e si potranno scrivere e leggere nuovi racconti.

Questa è una delle foto di Valentina, ma sono 10 in tutto, molto belle, a mio parere.

Il mio racconto inizia così:

C’è un posto nei sogni di mia figlia. Lei me ne parla inquieta, la mattina, la sua voce squillante, mentre nella mia testa rimbomba ancora il sonno.” L’ho intitolato “Quel posto troppo azzurro”, spero abbiate voglia di leggerlo e magari anche di tornare qui a commentarlo. Cliccate sulle mie parole per raggiungerlo.

Voglio ringraziare anche Paola Becattini, sul cui blog ho scoperto il link a queste pagine: lei è scrittrice, grafica e fotografa ed il suo blog è elegante e ricco, una vera esperta della comunicazione, che unisce professionalità a poesia – Sensi, forme e colori, dalla parola alla grafica

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