L’omosessualità dichiarata del genitore non costituisce di per sé un ostacolo all’affidamento dei figli – 29 dic. 2010
Questa notizia data di qualche giorno, ma, essendo stata un po’ zingara nel periodo festivo, resco a pubblicarla solo ora. Sarebbe certo bello se certe cose non facessero più “notizia”, ma purtroppo quel giorno non é ancora arrivato ed allora credo che pubblicare sia importante, per la funzione principe della notizia: informare. Auguro a tutti di vivere e promouvere la famiglia affettuosa, attenta ed intelligente, come quella di una bella bruna ed una bella bionda di mia conoscenza… 🙂
USA: Abrogata la legge “Don’t ask don’t tell” – 19 dic. 2010
Il Senato statunitense ha votato in favore dell’abrogazione della legge che impediva agli omosessuali dichiarati di far parte dell’esercito. In teoria con questa legge si sarebbe dovuto rispettare il privato di ognuno senza indagini scabrose (don’t ask – non chiedere), ed evitare dichiarazioni intime sulle proprie preferenze, intese come sbandieramento pretestuoso (don’t tell – non dire). Nei fatti si precludeva a gay e lesbiche di servire il proprio paese nell’arma, per non causare “menate” a quei militari che più che altro hanno voglia di far valere le proprie ragioni con la forza. Quei rigorosi, coraggiosi, patrioti pronti a perdere la propria vita per difendere gli USA, ma che per carità a fianco di un omosessuale, altrettanto rigoroso, coraggioso e patriottico, non ci potevano proprio stare. Io spero che un giorno non ci saranno più ragioni per fare guerre ed addestrare eserciti – leggi qui la “semplice” equazione per arrivarci – ma per ora ancora non ci siamo: l’uomo attacca l’uomo ed io preferisco che gli uomini e donne a difesa dell’integrità nazionale, della vita e dei valori siano persone per le quali questi stessi sono i valori principe, non la curiosità sugli affari di sentimenti e di letto dei propri, commilitoni. Credo sarebbe un esercito più credibile nella propria missione, sennó davvero si incoraggia invece la proliferazione di soldati amanti della violenza, del sopruso, del potere. Chissà, magari un giorno, se non ci sarà più fame, ingiustizia, sfruttamento, non ci sarà più ragione di farsi la guarra e le disciplinate forze militari potranno davvero intervenire come forze di pace, di mantenimento dell’ordine, di divulgazione di valori come, appunto, rigore, disciplina, coraggio. Ora, peró, avanti con la parità sociale: finché ci si riterrà migliori, più meritevoli, più degni di qualcun altro, nostro compatriota o meno, QUELLO ci porterà alla guerra: la sopraffazione, le proibizioni, i privilegi, in tutti i campi della vita.
Conosco meno la questione degli immigrati illegali e dei loro figli cresciuti negli USA (seconda parte dell’articolo), ma penso che cittadino sia chi vive, cresce, impara nella cultura locale – mi pare che si stia ancora facendo pagare ai figli gli “errori” dei padri. Ma prima di parlare m’informeró meglio. Comunque, figuriamoci, noi non diamo la cittadinanza nemmeno ai minori figli di immigrati REGOLARI!!
amen, sorella. giuro che non capisco per quale ragione l’orientamento sessuale di una persona dovrebbe rendere questa meno adatta (o più adatta) per la carriera militare. sono vecchi retaggi, vecchie forme di pregiudizio.
ci hai fatto caso? l’ambito militare non è nemmeno l’unico in cui sopravvivono ancora queste mentalità primitive e ipocrite…