Cari Viziosi, oggi vi parlo del ristorante che ha da qualche mese aperto il mio “cuginetto”, Marco Fossati: sarà anche uso di mezzo pubblico per fini pubblicitari, ma secondo me quando qualcuno lavora bene, merita il riconoscimento. Marco ha sempre avuto la passione del cibo, fin da quando, da piccolino, andava a pescare le trote di fiume con suo nonno Mario – gli piace mangiare ed ha da sempre il dono di far mangiare (e bere) bene i propri parenti ed amici. A noi é sempre stato chiaro che il suo futuro fosse quello di condividere questo talento naturale con un pubblico più ampio del proprio entourage, ma trovare la propria strada non é facile, nemmeno quando una passione é tanto evidente. Ci vuole preparazione, ci vuole spirito d’iniziativa, tanto lavoro e… soldi! Quindi dopo le superiori Marco si iscrive a Legge, ma con poco entusiasmo e successo. Dopo vicissitudini varie, che portano anche chi gli vuole più bene a temere un grave caso di lazzaronite congenita, decide di fare un lavoro all’apparenza umile, ma legato al suo amore per il cibo e che svolge con grande capacità: si occupa del banco del pesce in un grande supermercato. Segue corsi su corsi e fa degli orari che zittiscono anche il più accanito dei suoi critici, dimostrando che quando lavora a qualcosa che lo coinvolge, Marco sa impegnarsi a fondo. Con proprio disappunto viene trasferito alla panificazione, ma nonostante gli costi abbandonare un prodotto nobile come il pesce fresco, coglie l’occasione per affinare il proprio talento ed imparare a maneggiare creativamente anche il più semplice, ma fondamentale, dei complementi di una buona tavola. Dopo anni di turni durissimi, finalmente Marco conquista la piena fiducia della propria famiglia, che decide di sostenerlo nell’avventura della sua vita: l’apertura di un proprio ristorante. Marco fa pratica per mesi nella cucina di un amico, mentre cerca il locale adatto. Lo trova, lo ristruttura, lo arreda e finalmente apre al pubblico. Il mio “cuginetto” (ormai un pezzo d’uomo alto e ben pasciuto!) é bellissimo nella sua uniforme nera, completa di cappello da chef (minuscolo, visto che un pezzo di carta ufficiale di qualche mega-scuola non l’ha, ma ha tutte le conoscenze, l’esperienza e l’inventiva per essersi meritato l’appellativo sul campo), a capo di una piccola batteria di aiutanti in cucina ed in sala, che contribuiscono a rendere La volpe e l’uva un locale nel quale si mangia molto bene, in un’atmosfera piacevole. Oramai tutte le nostre feste di famiglia si svolgono lì, col cugino in cucina ed i bambini che rallegrano l’ambiente caloroso.
I piatti che trovate nel menù vanno dai tradizionali casoncelli alla bresciana (ma con 40 tuorli, hai capito Sere? 40 tuorli!) ad un piatto poco locale, ma che segue il suo sapiente gusto, gli spaetzli; dagli stracotti, alla tare tare tagliata al coltello, all’esotico agnello al miele e cous-cous, alle carni alla brace di legno d’ulivo (!), ai dolci degni di un raffinato ristorante, piuttosto che di una trattoria (il mio preferito é il semifreddo allo zenzero, ma se andate d’inverno non dimenticatevi di chiedere lo zabaione!!). Potete trovare il menù completo e tutti i dettagli di ubicazione ed orari sulla pagina facebook che ho appena creato per questo cugino tanto bravo ai fornelli, quanto digiuno di qualsiasi nozione di marketing! Io spero che la dedizione ed il lavoro che Marco ha dimostrato vengano premiati come merita, perché questa é la storia di un ragazzo di oggi, che sembra cresciuto troppo nella bambagia, tra una mamma ed una nonna che fanno a gara per viziarlo, finché non deve per forza dimostrare di sapere volare da solo e di essere capace di mettere a frutto sia i vantaggi che le difficoltà che la vita ha posto sulla sua strada. Spero di incontrarvi la domenica di Pasqua, insieme alle vostre famiglie, magari in una giornata di sole per goderci la bella terrazza e la veranda di una trattoria che spero diventi uno dei punti di riferimento della buona tavola bresciana.