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Posts Tagged ‘Bambini’


Sono abbastanza rintronata dalle giornate post-natalizie passate in casa tra amiche con bimbi malati, tossi, gastroenteriti, cartoni animati, divano, divano, divano, fox crime, facebook e… una tensione che si tagliava col coltello: ma si ammaleranno anche le mie bambine? Ed io? Basterà la bronchite o dovrò abbassarmi anche ad abbracciare la tazza? Ce la faremo a partire per Roma? Ma i biglietti del treno li possiamo prendere? E per il 31, che facciamo, prenotiamo? Il marito si salvava da questa giungla casalinga con la scusa del lavoro, poi atterrava come un alieno, senza capire cosa stesse succedendo, stupito dalle nostre titubanze, dai timori di un capodanno imprigionati – Mavalà, ma cosa volete che succeda, ma decidetevi, ma non si ammalerà nessuno,… and so on, dandoci praticamente degli uccellacci del malaugurio, mentre intorno a noi il batterio maledetto continuava a mietere vittime a scadenze regolari, grandi e piccini, tutti rigorosamente frequentati ed abbracciati nelle ultime 24 ore… E noi che ceracvamo soluzioni che potessero essere adatte per tutti, nel rispetto della salute e dei bambini prima di tutto, chiamando a destra e sinistra, facendo capire alla PR della festona che noi eravamo quasi praticamente dei vip e che asspettarci conveniva più che altro a lei… Poi consultavamo medici via interposta persona, cercavamo di far mangiare poco e sano bambini famelici ed abbastanza annoiati (e quindi iperattivi, come bestie selvatiche in gabbia), chiacchieravamo ignorando il rumore di piedini che corrono e corrono e corrono in giro per tutta la casa, le urla di gioia e di dolore ad ogni gioco, ad ogni lite… Insomma, sono stati giorni estremamente impegnativi, vissuti tra l’immobilismo e la frenesia: credo che solo qualche mamma possa capire di cosa parlo – e no, non dico genitore, dico proprio mamma, perchè i padri a volte sembrano vivere su un altro pianeta proprio.

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Ed è vero che io e le pupe ci siamo miracolosamente salvate dal contagio, ma è stata una pura botta di c***, che ci poteva stare, ma anche no, quindi, per favore signori uomini, se vi sembriamo preoccupate per qualcosa, se non ricevete il 100% della nostra attenzione, se vi chiediamo cose che vi sembrano insensate, prima di prendervela con noi e di lanciarvi in tirate inarrestabili riguardo a quanto siamo assurde noi e le nostre menate, contate fino a 10, respirate profondamente, guardatevi in giro e chiedete, al limite: cosa posso fare? Oppure no, ma, vi prego, non infierite. Arriverà anche il nostro ed il vostro tempo e sarà tanto più gratificante, quanto più avrete dimostrato a voi stessi ed a noi, che siete degli uomini e non fate parte della tribù dei piccoli, che tanto amiamo, ma che, di tanto in tanto, con grande piacere si mollano dai nonni. Perchè sennò la prossima volta ci lasciamo anche voi. Dai nonni. E dopo questo messaggio personale e tutto fuorchè subliminale, vado a farmi un lunghisssssimo bagno in vasca, finisco la valigia e mi preparo alla partenza – anche se vi dirò che io sono un animale d’abitudine ed ora l’idea di uscire ed affrontare il mondo dopo il confino, mi spaventa un pochino. Per fortuna posso contare sulle amicizie storiche per superare l’empasse, e su un marito che, a dirla tutta, come compagno di viaggio e d’avventura è impareggiabile ♥! Saluto il 2011 da qui, saluto chi mi ha tenuto compagnia, saluto chi me ne terrà nel 2012, abbraccio forte le persone che arricchiscono il mio quotidiano di piccole abitudini irrinunciabili: spero di continuare ad aver la fortuna di condividere momenti importanti e di svago con chi amo da sempre e con chi mi raggiunge, mi incrocia, mi sorride, mi sprona, mi sorprende, mi insegna, mi coccola – di volta in volta nei minuti, nelle ore, nelle giornate che compongono un anno. xxx

PS – aggiornamento: l’amica con figlio malato che ha trovato rifugio a casa mia in questi giorni – a rischio e pericolo della mia incolumità e di quella della famiglia tutta -, con il benestare del marito che vive così agganciato alla realtà, ha regalato alle nostre figlie un set di batteria. Di quelli da suonare, con piatti e tutto. Il primo concerto avviene alle mie spalle. Il set sarà sempre lì al nostro rientro. Grazie. No, davvero, grazie. Buon 2012 anche a voi.

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Luisa Agosti ha avuto un’idea, l’ha perseguita ed ha organizzato il progetto che vi presento oggi. Alcuni di voi forse l’avranno incontrata in queste sere davanti al Cinema Eden (a Brescia, in occasione del Film Lab Festival) mentre distribuiva informazioni a riguardo, io vorrei aiutarla a diffonderle ulteriormente. Ma lascio la parola a lei:

REGALO A CUBA LO SPAZIO INFINITO…
Anni fa, ho fatto un bellissimo sogno, che racconterò come prologo del mio progetto.
“Mi trovavo sulla cima di una montagna altissima e azzurra come il cielo, con una bandiera in mano su cui era disegnato un sole giallo che portava una scritta a caratteri grandi e ben leggibili, in lettere rosso ciliegia.
“VORREI POTER VOLARE”
L’avevo piantata sul picco più elevato e mi ero seduta guadando lontano. Da lì vedevo il mare lambire spiagge bianche..e più in là le montagne di bosco da cui spiccavano come fuochi d’artificio immobili, moltitudini di palme alte e sottili. Poi vedevo il sentiero che avevo appena percorso, salire fino a me come un gigantesco serpente bianco. Ad un tratto ho notato una fila di persone scalare la montagna in fila scomposta. Ognuno di loro portava una bandiera di diverso colore e tutti convergevano a me. Ogni drappo aveva un messaggio diverso, e chi lo portava lo piantava nel suolo, accanto alla mia bandiera, e se ne andava sorridente e felice.”
Qualche anno più tardi ho conosciuto l’isola di Cuba, un luogo prezioso, incastonato nel golfo del Messico, sul mare dei Caraibi.
A Cuba ho avvicinato realtà umane contrastanti, fatte di pietra e argille morbide, di sorrisi lucenti e sguardi profondi, disseminate su un territorio naturale molto generoso di ogni bellezza. E tanti bambini. Ho condiviso i sogni e i bisogni. Ho sentito che quel pezzo di mondo voleva gridare la sua storia e vederla andare lontano, oltre i confini del mare…
Così, al mio quinto viaggio a Cuba ho voluto dare un senso nuovo.
“Porterò’ con me tanti aquiloni bianchi ed il materiale per colorarli e scriverci sopra i desideri, e li regalerò ai bambini di Cuba. Insegnerò a quelli che ancora non sanno, come fabbricarne uno con materiali semplici. Poi, tutti insieme li faremo volare, seminando il cielo di pensieri infantili… di desideri…

Ho pensato di filmare l’evento in tutte le sue fasi, e farne un documentario da proporre a chi fosse interessato, (scuole, musei infantili, cinema d’arte, festival di cinema per ragazzi, canali mediatici di accesso ai bambini..ecc) a Cuba e nel mondo.

Di fatto, ho trovato subito grande entusiasmo e collaborazione da parte di chi chiunque avessi intervistato su questo progetto. A Cuba, oramai mi aspettano con l’impazienza di un bimbo di fronte al suo regalo di Natale.

Sicuramente il gioco (questo degli aquiloni, in particolare) e’ il concime naturale per una vita serena, e a tutti i bambini e’ riservato il tempo indefinito che noi adulti chiamiamo “futuro”.

IL DOCUMENTARIO: Il senso di questa esperienza trova posto nell’idea di stimolare l’attenzione dell’infanzia ad un gioco creativo molto antico ,praticato e diffuso in varie culture,regalando emozioni di gioia e di relazione diretta con le proprie forze a confronto con quelle della natura.

Ora, in coda a questa bella storia, sono rimasti i dettagli organizzativi.

Papalotes en fiesta:

In particolare siamo già in possesso del patrocinio di

-AMBASCIATA D’ITALIA A CUBA

-PINAC-PINACOTECA INTERNAZIONALE DELL’ETA’ EVOLUTIVA ALDO CIBALDI. Rezzato-Brescia.

-PICCOLO CINEMA PARADISO-MUSEO DELL’ARTE INFANTILE ROSA SALA, Brescia.

Appare chiara all’orizzonte la questione della necessità di fondi per coprire le spese necessarie, nonostante gli aquiloni vengano regalati, insieme con il materiale per decorarli, dall’associazione AQUILONISTI BRESCIANI.

Mi sono rivolta a Quintavenida, il portale internet che si occupa di cultura cubana, per fare un appello di solidarietà, affinchè si possa realizzare questo sogno.

REGALIAMO UN AQUILONE AI BAMBINI CUBANI, con una donazione.

Fermo restando che siamo aperti alle varie proposte che possano nutrire ed incentivare questa idea, così semplice, così lontana dai tempi feroci che ci impone questa società.

LUISA AGOSTI

Coordinatrice culturale e addetta alle pubbliche relazioni.

Per ulteriori informazioni luisa.agosti@gmail.com

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Saremo molto felici se vorrete aderire all’iniziativa e contribuire a passare parola!

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HO FAME… HO FREDDO…

Le mie figlie sono le regine del melodramma, fatto di per sé inspiegabile, chissà da chi avranno preso…! Stamattina cambiavo la piccola e lei mi diceva, con voce rotta, “Ho freddo mamma, ho freddo” – come in un flash da film mi sono vista in una situazione di estrema difficoltà, deportata, migrante per carestia, prigioniera, con la mia bimba che mi dice le stesse parole… ed io che VERAMENTE non ci posso fare NIENTE. “Ho freddo mamma, ho fame papà”, quanti bambini l’hanno detto, lo dicono tutt’oggi. Quanti genitori lo devono ascoltare senza poter consolare i propri figli… Che strazio, che orrore: non dimentichiamo MAI e ricordiamoci che ancora OGGI troppi figli, troppi genitori, troppi esseri umani vivono un quotidiano straziante. Io resisto a stento se lei piange disperata perché vuole il 10° biscotto ed io resto ferma col mio “No”… figuriamoci se in questo mondo tanto bello e tanto spaventoso mi succedesse mai di non essere fortunata come sono… Non mi si fermano le lacrime solo al pensiero e sento forte la compassione per chi é stato più sfortunato e più forte di me. L’alba SIAMO noi, non dimentichiamocelo mai, solo perché “ne abbiamo piene le OOO”… Altrimenti a cosa cavolo serve “ricordare”?

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