Per una lettura con colonna sonora, cliccare su play 🙂 Questi sono i Fanfoireux (intraducibile, se con con un La Fanfara Maldestra che non rende altrettanto bene…)
Così ha detto mia figlia, neanche sei anni, al mercato di Saint Gilles, a Bruxelles. Ed io, da brava mamma orgogliosa, sono rimasta schiarita dalla saggezza di questo suo pensiero. E’ proprio vero: in questa città brulicano e si mescolano odori, suoni, colori, sfumature, contrasti, culture, sottoculture, vecchio e nuovo, occidente ed oriente, tradizioni ed innovazioni. E’ grande Bruxelles, ma piccola rispetto ad altre capitali, eppure varia ed interessante, fruibile proprio perchè a misura d’uomo. E’ costituita da 19 comuni, ognuno con un proprio centro, e fare il giro per la città é come fare il giro del mondo. Saint Gilles, appunto, è un quartiere popolare, nel quale vivono immigrati arabi ed est europei, ma anche famiglie locali di ceto medio basso e giovani, studenti o alle prime esperienze lavorative. La domenica qui c’è il mercato e tra queste vie dall’architettura semplice, ma spiccatamente nordica, si trovano bancarelle con sapori dal mondo, non trendy e non di nicchia, semplicemente freschi o in arrivo da lontano, a disposizione per le nostre tavole. E dopo la spesa ti puoi sedere ad uno dei tanti tavolini delle terrazze all’aperto che ogni brasserie che si rispetti apre al primo sole: birra fresca, pasti semplici e gustosi – il Belga è un bon-vivant, sa godere dei piccoli piaceri della vita, che sia Vallone o Fiammingo, o Arabo di terza generazione…
Certo, poi per spostarti in macchina da Saint-Gilles al Mercato del Pesce (una lunga piazza con una grande fontana tra due filari di alberi e marciapiedi disseminati di ristorantini, bar e negozietti) ci metti 20 minuti, passando per la Gare du Midi, dove c’è un mercato molto più grande, deviazioni e rallentamenti, ma la domenica puoi permetterti un po’ di pazienza, soprattutto se intanto guardi con gli occhi e col cuore la casa che hai ristrutturato qualche anno fa, o l’architettura gotica, neo-gotica, liberty o contemporanea. Se arrivi al canale pensi che forse sono un po’ troppi i Magrebini, i bar El Baraka, intorno a te, fermo al semaforo, solo arabi al volante. Ma subito dopo ti ricordi che é la diatriba squisitamente politica tra Fiamminghi e Valloni che sta spaccando il paese, mica i Mussulmani. Finchè arrivi ad uno dei tanti parchi, oggi é quello del “Bronx”, e ti siedi nell’erba ad osservare gli artisti di strada che, grazie ai sussidi statali, hanno arredato la domenica organizzando una festa per i bambini, ma molto divertente anche per gli adulti. Ci sono ballerini che iniziano sul palco e poi ti fanno attraversare il parco, un po’ come ne “Il flauto magico”, per continuare la performance all’ombra degli alberi, c’è la gara di velocità tra lumache, che entusiasma i più piccoli, c’è il cinema più piccolo del mondo, il giullare trampoliere, il suonatore di fisarmonica ed il suo nostalgico amico Boris che tra Russo e gesti ti invita ad entrare nella sua microscopica roulotte, piena di cianfrusaglie vintage a memoria dei suoi pseudo-famigliari (Vladimir, Gorby, Kruchev e poi Laika, primo cane nell spazio :-)) e con una Barbie ti inscena il tragico spettacolo di Natascha, acrobata tanto amata e perduta dopo un doppio salto mortale carpiato… ed il pubblico sospira, applaude, si commuove e beve Vodka originale russa, 0% alcool… E se vuoi prenderti una pausa tranquilla ti infili in uno dei tanti portoni, dietro i quali si aprono piccoli mondi nascosti, giardini insospettati o architetture industriali reinterpretate e revitalizzate da mercatini tra artigianato e design. Non somiglia, la Bruxelles che conosco io, a quell’idea di grigio, di uffici e di funzionari che occupa l’immaginario di chi non l’ha mai vissuta, odorata, assaggiata. Ci torno sempre volentieri ed ogni stagione ha il proprio fascino, riserva sorprese e benvolute tradizioni. Mia figlia, ogni volta che ripartiamo, dice che lei verrà a vivere qui e me lo auguro: studi universitari a Bruxelles… verrò a trovarti spesso amore mio!
PS: Grazie Amore x le foto e… sì, quella con l’afro rosa sono io! 😀