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Archive for dicembre 2011


Sono abbastanza rintronata dalle giornate post-natalizie passate in casa tra amiche con bimbi malati, tossi, gastroenteriti, cartoni animati, divano, divano, divano, fox crime, facebook e… una tensione che si tagliava col coltello: ma si ammaleranno anche le mie bambine? Ed io? Basterà la bronchite o dovrò abbassarmi anche ad abbracciare la tazza? Ce la faremo a partire per Roma? Ma i biglietti del treno li possiamo prendere? E per il 31, che facciamo, prenotiamo? Il marito si salvava da questa giungla casalinga con la scusa del lavoro, poi atterrava come un alieno, senza capire cosa stesse succedendo, stupito dalle nostre titubanze, dai timori di un capodanno imprigionati – Mavalà, ma cosa volete che succeda, ma decidetevi, ma non si ammalerà nessuno,… and so on, dandoci praticamente degli uccellacci del malaugurio, mentre intorno a noi il batterio maledetto continuava a mietere vittime a scadenze regolari, grandi e piccini, tutti rigorosamente frequentati ed abbracciati nelle ultime 24 ore… E noi che ceracvamo soluzioni che potessero essere adatte per tutti, nel rispetto della salute e dei bambini prima di tutto, chiamando a destra e sinistra, facendo capire alla PR della festona che noi eravamo quasi praticamente dei vip e che asspettarci conveniva più che altro a lei… Poi consultavamo medici via interposta persona, cercavamo di far mangiare poco e sano bambini famelici ed abbastanza annoiati (e quindi iperattivi, come bestie selvatiche in gabbia), chiacchieravamo ignorando il rumore di piedini che corrono e corrono e corrono in giro per tutta la casa, le urla di gioia e di dolore ad ogni gioco, ad ogni lite… Insomma, sono stati giorni estremamente impegnativi, vissuti tra l’immobilismo e la frenesia: credo che solo qualche mamma possa capire di cosa parlo – e no, non dico genitore, dico proprio mamma, perchè i padri a volte sembrano vivere su un altro pianeta proprio.

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Ed è vero che io e le pupe ci siamo miracolosamente salvate dal contagio, ma è stata una pura botta di c***, che ci poteva stare, ma anche no, quindi, per favore signori uomini, se vi sembriamo preoccupate per qualcosa, se non ricevete il 100% della nostra attenzione, se vi chiediamo cose che vi sembrano insensate, prima di prendervela con noi e di lanciarvi in tirate inarrestabili riguardo a quanto siamo assurde noi e le nostre menate, contate fino a 10, respirate profondamente, guardatevi in giro e chiedete, al limite: cosa posso fare? Oppure no, ma, vi prego, non infierite. Arriverà anche il nostro ed il vostro tempo e sarà tanto più gratificante, quanto più avrete dimostrato a voi stessi ed a noi, che siete degli uomini e non fate parte della tribù dei piccoli, che tanto amiamo, ma che, di tanto in tanto, con grande piacere si mollano dai nonni. Perchè sennò la prossima volta ci lasciamo anche voi. Dai nonni. E dopo questo messaggio personale e tutto fuorchè subliminale, vado a farmi un lunghisssssimo bagno in vasca, finisco la valigia e mi preparo alla partenza – anche se vi dirò che io sono un animale d’abitudine ed ora l’idea di uscire ed affrontare il mondo dopo il confino, mi spaventa un pochino. Per fortuna posso contare sulle amicizie storiche per superare l’empasse, e su un marito che, a dirla tutta, come compagno di viaggio e d’avventura è impareggiabile ♥! Saluto il 2011 da qui, saluto chi mi ha tenuto compagnia, saluto chi me ne terrà nel 2012, abbraccio forte le persone che arricchiscono il mio quotidiano di piccole abitudini irrinunciabili: spero di continuare ad aver la fortuna di condividere momenti importanti e di svago con chi amo da sempre e con chi mi raggiunge, mi incrocia, mi sorride, mi sprona, mi sorprende, mi insegna, mi coccola – di volta in volta nei minuti, nelle ore, nelle giornate che compongono un anno. xxx

PS – aggiornamento: l’amica con figlio malato che ha trovato rifugio a casa mia in questi giorni – a rischio e pericolo della mia incolumità e di quella della famiglia tutta -, con il benestare del marito che vive così agganciato alla realtà, ha regalato alle nostre figlie un set di batteria. Di quelli da suonare, con piatti e tutto. Il primo concerto avviene alle mie spalle. Il set sarà sempre lì al nostro rientro. Grazie. No, davvero, grazie. Buon 2012 anche a voi.

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Qualcuno di voi ha già visitato la pagina MyLinks aggiornata con alcuni dei blog che ho incontrato ed apprezzato ultimamente – non è completa, ma per ora voglio segnalare anche in prima pagina una importante new entry! In viaggio con Nina è il diario di una famiglia come tante, una, cioè, che si è trovata da un giorno all’altro ad affrontare sfide inaspettate. Ognuno ha il proprio carico da portare nella vita, a volte è la nostra fortuna e ci sprona ad andare oltre i limiti che percepiamo in noi stessi, ma a volte è soprattutto il peso a farsi sentire e mal sopportare. Quando Nina è arrivata nella famiglia di Mamma Compulsiva, Papà Velcro e Piccola Hooligan, avrebbe potuto essere semplicemente un’altra bambina da amare, educare e viziare, con equilibrio – Nina è tutto questo, ma si porta dietro anche un sacco ed una sporta di complicazioni e preoccupazioni, dovute ad una sindrome congenita tanto complessa, da essere difficile da diagnosticare.

Mamma Complulsiva ascolta Ora, di Jovanotti, e dice: Mi piacerebbe solo aggiungerci una strofa e crederci, anche: "dicono che è vero che ad ogni enorme sfiga corrisponde una botta di culo esagerata..."

Io sono in seria difficoltà nel gestire una famiglia “normale” – sì, lo so che molti di voi stanno ridendo dell’aggettivo, soprattutto riferito alla mia famiglia :-), ma proprio perchè la norma è tanto indefinibile, parliamo piuttosto di “modello di base”: insomma, io non mi figuro minimamente in grado di affrontare anche una serie di optional, che sicuramente renderanno il viaggio più ricco, più completo, più introspettivo, più profondo e toccante, ma che sono ben evidentemente un casino pazzesco da capire, imparare ad usare senza far danni, integrare nelle nostre abitudini ed in quelle di un mondo assolutamente impreparato per tale e tanto livello di complessità. E poi guardiamoci dritto nelle palle degli occhi: che paura! Perchè un manuale non esiste e comunque non basta, le scoperte quotidiane possono essere positive o riportarti parecchi passi indietro, i risultati dei tuoi sforzi sono sempre imprevedibili ed oltretutto non sei solo tu a pagare le conseguenze di un qualsiasi meccanismo che possa incepparsi (e prima o poi qualcosa si inceppa sempre, ci puoi giurare), ma le persone che più ami al mondo, i tuoi cari, le tue figlie. Ma il viaggio con loro è inarrestabile e una volta partita l’avventura ti ritrovi a vivere un giorno dopo l’altro, un traguardo dopo l’altro, cercando sempre di non lasciare indietro nessuno, di farti qualche risata cammin facendo, e di goderti pure il panorama! Questa metafora del viaggio in macchina mi ha ricordato un altro importante elemento della famiglia in questione: Cane Orizzontale, che, per dire, quando deve scendere a fare pipì, regala l’occasione di una pausa in serenità! Insomma: io spero di non essere stata troppo dissacrante nel mio racconto, ma l’umorismo che si trova nelle parole Mamma Compulsiva e l’equilibrio con l’amore che trasmettono, è tale da rendere questo inusuale viaggio un regalo che facciamo a noi stessi. Seguire questa famiglia nelle sue avventure rende più preziose anche le nostre, ci aiuta ad aprire la mente a tante nuove normalità ed il cuore a compagni di viaggio stimolanti e prima sconosciuti – e questo non indifferente obiettivo è raggiunto con leggerezza, intelligenza e simpatia. Questo Natale regalatevi un viaggio: costa poco, non affatica e porta con sè tutti i benefici di un’avventura in un luogo lontano ed inesplorato, perchè le distanze sono sempre relative, è la nostra voglia di colmarle, che può fare la differenza.

Potete andare a trovare Nina anche su questa pagina facebook: cliccate “Mi piace”, se vi piace, ma so che sarà così… e condividete con i vostri amici!

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“Caro Babbo Natale…” – Amore, ma hai già scritto una letterina a casa dei nonni, non puoi scriverne una da ogni casa… “Ah, non importa, gli scrivo un’altra cosa…”

Invece questo è tutto per noi!

A volte come scrivi non ha alcun valore, ma quello che scrivi non ha prezzo…

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Stacca la spina” – ????????????

Che fine ha fatto “Amore guarda non con gli occhi, ma con l’anima?” o anche l’apostrofo rosa, al limite.  – Non ci sono più i Baci Perugina di una volta…

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Regala Libri: cosa ne dite voi?


L’anno scorso vi ho suggerito un po’ di libri che ho amato, per i vostri regali di Natale. Quest’anno vorrei sentire cosa ne dite voi e prendo spunto da una domanda della mia amica Catia, conosciuta grazie alle comuni amicizie in rete. Stamattina su facebook ho trovato questa sua domanda: Qual’è il libro che più avete amato quest’anno e quale quello che vi ha deluso? Ecco, giro la domanda a voi: io scriverò la mia risposta a fine giornata. Intanto vi lascio un indizio: di chi è questo sguardo intenso?

 

Se avrete tempo e voglia di raccontarci anche le motivazioni, oltre a darci titoli ed autori, ci aiuterete in una piccola guida fai-da-te (anzi-fai-da-noi), anche per capire chi dei nostri cari potrebbe apprezzare particolarmente il libro regalato. Sbizzarritevi!!

Ha vinto Martina: ha finalmente riconosciuto l’abbastanza inconfondibile Paul Auster!

 

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Su fb qualcuno (non dico chi per non farle fare bruttafigura su entrambe le piattaforme!) ha persino azzardato Marco Mengoni 😀 No, no, no, si parlava di libri e quello che forse ho più amato quest’anno, o comunque il primo che, a questa domanda, mi è venuto in mente, è proprio Invisible di Auster, autore che io amo in tutte le sue forme: da Leviathan a Mr. Vertigo, regalare un suo libro a chi ama leggere è sempre una scommessa vinta. La delusione? Philip Roth, Portnoy’s Complaint – per un primo Roth, mi aspettavo di più, ma passerò ad altri. Spero mi mandiate altri nomi e commenti!

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Oggi sono furiosa, col mondo. E non di quella furia creatrice, piuttosto disttuttrice. Tra menate pubbliche e private vorrei rinchiudermi in una stanza insonorizzata – e non per non disturbare gli altri e le loro povere orecchie sensibili (!), ma perchè nessuno venisse a rompermi… Sono arrabbiata anche con voi, sono arrabbiata con tutti, ma non dico altro, perchè poi potrei pentirmene. L’unica cosa che faccio oggi è lasciarvi un link ed un breve stralcio di articolo: il primo vi porta verso La Stampa e riassume i risultati ottenuti alla Conferenza Onu di Durban, che tanto vi ha disinteressato nei giorni scorsi:

La Stampa: Clima, accordo in bianco e nero

Ma siccome cliccare i link a volte costa un’energia che io stessa vi invito spesso a risparmiare, vi riporto paro paro una parte di un articolo di Repubblica di qualche giorno fa, che descrive come una vittoria dei “volonterosi” a Durban potrebbe cambiare le cose in fatto di produzione e promozione di nuove tecnologie ed accorgimenti ambientalistici, su vasta scala:

Case. I consumi energetici diminuirebbero grazie agli accorgimenti della bioclimatica: dal “cappotto” attorno alle mura per limitare la dispersione termica all´isolamento dei tetti, dai doppi vetri alle caldaie super efficienti.
Auto. Il 2012 è l´anno in cui l´auto elettrica debutta in Europa. Pechino ha già messo in produzione le auto con la spina: saranno un milione nel 2015. Il numero globale crescerebbe.
Elettricità. La spinta delle rinnovabili, già inarrestabile, farebbe avanzare rapidamente mini eolico e fotovoltaico. Si svilupperebbe la trigenerazione, l´uso efficiente dell´energia evitando gli sprechi, cioè producendo assieme elettricità e calore da convertire in fresco durante l´estate.
Illuminazione. Le vecchie lampadine a incandescenza, che consumano 5 volte più di quelle fluorescenti compatte, andrebbero in pensione. L´illuminazione pubblica verrebbe schermata verso l´alto migliorando l´efficienza e diminuendo l´inquinamento luminoso.
Smart grid. Le città diventerebbero reti intelligenti in cui l´elettricità viaggia nei due sensi (molti la produrrebbero, comprerebbero e venderebbero). In ogni salotto si potrebbero leggere i consumi della propria casa, momento per momento.
Rifiuti. Si rafforzerebbe la raccolta differenziata e il recupero, bloccando il traffico illegale di rifiuti pericolosi.
Nuovi materiali. Le plastiche biodegradabili che hanno sostituito i vecchi shopper farebbero scuola. La chimica verde sostituirebbe quella ad alto impatto ambientale e sanitario.

Da La Repubblica del 09/12/2011.

Ora: Kyoto resta in vigore, gli scienziati e gli ambientalisti sono delusi da una mancata riduzione ulteriore delle emissioni, e preoccupati che l’accordo di Durban sia troppo poco troppo tardi. Quello che farà la differenza ora sarà l’atteggiamento dei cittadini che dovranno chiedere ai propri governi ed agli industriali (premiandi i virtuosi) di accelerare il passo per promuovere l’Economia Verde. L’industria dal canto suo, spero accelererà il programma, con l’interesse di diventare leader in settori che dal 2020 saranno regolati da leggi vincolanti a livello globale. Chi prima arriverà, sarà premiato dai consumatori, che automaticamente sceglieranno chi avrà saputo affermarsi con un marchio riconoscibile: la convenienza sarebbe a 360°. Poi, certo, si può anche continuare a fare gli struzzi e risvegliarsi all’ultimo minuto in una casa sommersa dal fango in un paese alla deriva, come siamo abituati a fare. Ma poi non ditemi che non ci avremmo potuto fare nulla…

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Cari, nonostante siate un manipolo di ignoranti per scelta – nessuno, dico n.e.s.s.u.n.o. dei visitatori di ieri ha ancora cliccato il link per informarsi sulla conferenza delle Nazioni unite sul clima!!! -, io continuo imperterrita a segnalarvi informazioni ed iniziative a favore di un futuro sostenibile per il nostro pianeta. Detto tra noi potrei anche togliere il “sostenibile” e parlare di futuro tout-court… Sul suo bel blog, Laura Castelletti ci parla di un progetto dell’Agenzia Europea Ambientale (EEA) chiamato Eye on Earth (occhio sulla terra). Vi anticipo solo che si tratta della costituzione ed aggiornamento di un database che raccoglie dati scientifici sulla qualità dell’aria e dell’acqua nei vari territori, al quale si aggiungono osservazioni sul livello di rumore nelle maggiori città europee. La particolarità di questo progetto è che vengono anche registrate le osservazioni dei singoli cittadini, che vogliano contribuire alla raccolta delle informazioni sulla qualità ambientale. Laura, ed i suoi attivi ed informati commentatori (invidia invidia ;-)), vi danno qualche dettaglio in più.

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Occhio sulla Terra: Incontrarsi – Accordarsi – Collaborare

PS: sia chiaro che io vi voglio bene anche così, vi stuzzico come un’amorevole mamma che prova ad incoraggiare i suoi piccoli…

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Oggi mi trovo veramente imbarazzata nello scegliere di che scrivere: i titoloni sono tutti per l’Europa ed il pericoloso empasse in cui si trova tutta la regione. David Cameron, il Primo Ministro inglese, affossa la possibilità di un’unità fiscale a 27 e forse saranno 23 i paesi che rinunceranno alla sovranità in questa materia tanto cruciale, per contribuire ad un’unione più forte e concreta. E’ ancora tutto da stabilire e, francamente, io ormai penso che all’Italia rinunciare alla sovranità non possa fare che bene, visto che per conto nostro non siamo in grado di gestirla. Sembrerà una provocazione la mia, ma per me, che mi sento da tempo Europea, è proprio così – e non lo è da quando ho dovuto cominciare a vergognarmi del mio governo e dei miei rappresentanti politici, ma da prima: semplicemente mi riconosco in un’identità che va al di là dell’italico. Non è che non mi senta Italiana, ma riconosco l’Europa come la mia casa. Come mi sento lacustre ed Italiana (mai Padana, per caritàdiddio), mi sento anche appartenente ad una regione dalle radici culturali storiche e profonde, con un’identità sfaccettata, ma precisa. Il “vecchio continente” è il mio, l’ho capito parlando, convivendo, studiando, lavorando: prima con cittadini americani (statunitensi in particolare), perchè il nostro modo di ragionare, la nostra sensibilità, i nostri esempi, il nostro senso dell’umorismo, la nostra cultura generale, i nostri riferimenti storici e geografici, il rapporto con il corpo nostro e dell’altro; al rientro in Europa ho vissuto 10 anni in Belgio, tra colleghi internazionali, ma che provenivano dalla mia stessa parte dell’oceano – qui ho ricevuto conferma delle radici comuni di un popolo dai mille colori e facce, con declinazioni culturali ricche della propria diversità, ma che si riconosce uno, quando si prende la briga di ascoltarsi e guardarsi negli occhi, alzandoli dai limiti del proprio orticello. Insomma: vista la manifesta incapacità della classe politica italiana, se qualcuno ci desse una mano a tenerci in riga, non sarei certo io a piangere per furto di sovranità, si passa solo allo scalino successivo, non a qualcosa che sento estraneo. Certo, l’Europa politica ancora non esiste, anche se c’è (più o meno riconosciuta) quella sociale e civile, identitaria, insomma. Ecco, mi sono dilungata, sorry… Tutto questo per dire che io vorrei si passasse ad un’Europa più vicina ai singoli cittadini e credo che l’unico modo per raggiungere l’obiettivo sia l’elezione diretta dei rappresentanti europei. Vorrei conoscere meglio le facce, la voce, la filosofia di Barroso e Van Rompuy, di tutti i commissari e ministri e vorrei che i loro nomi fossero conosciuti dai più, proprio come capita per i nostri rappresentanti nazionali. L’Europa c’è, ma bisogna che si faccia sentire, vedere, conoscere, per poterla riconoscere.

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Ecco: io sono la dimostrazione del fatto che l’urgente non lascia mai spazio al fondamentale… Sapete che nei giorni scorsi si è tenuto un importantissimo incontro a Durban, Sud Africa, per definire la co-operazione mondiale che dovrà seguire l’imminente scadenza del trattato di Kyoto? Leggete un diario riassuntivo QUI. Sapete come sta andando? Sapete che oggi è l’ultimo giorno? Conoscete le posizioni degli USA e di quell’Obama che, sulla green economy ha perso il treno? Sapete che ormai non si parla nemmeno più di fermare il surriscaldamento globale, ma di provare a limitarlo ai 2°C? Sapete che si continua a perdere tanto, troppo tempo prezioso? E sapete che è perchè ogni nazione non è in grado di guardare al di là dei limiti del proprio orticello? Oh, ma pensa, la frase ricorre! Fosse che fosse una questione fondamentale per lo sviluppo, che dico, per la sopravvivenza del mondo di domani? Ma mica domani tra due secoli: domani sabato 10 dicembre… tra crolli dell’€ ed emissioni oltre i limiti consentiti nelle grandi città, il territorio muore, in senso fisico e civico. Ma a Torino non si faranno le domeniche a piedi, non vorrai mica disturbare lo shopping natalizio…!!! Perchè questa questione non è sulle prime pagine? Perchè è sempre in fondo o dietro a qualcosa? Perchè i media non si prendono la briga di portarla in primo piano? Se ci fosse più consapevolezza civile, ci sarebbe anche più pressione a fare di più, meglio e più in fretta.

2mila bambini formano l'immagine di un leone ruggente sulla spiaggia di Durban per "svegliare" i governi

Ragazzi, che risveglio… buona giornata a tutti… sì, vabbè… xxx

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Io sono una partigiana entusiasta di Fiorello e mi è molto piaciuto il suo programma che, purtroppo, si è concluso ieri sera. Semplicemente lo trovo un bravo, preparato e simpatico professionista: in Italia sarebbe un modello da seguire di più, ma non solo nel mondo dello spettacolo. Svolgere il proprio lavoro con capacità ed intelligenza è il vessillo che dovremmo opporre alla cultura della scorciatoia. E’ chiaro che stiamo parlando di intrattenimento e non di alta filosofia, ma il divertimento può anche non essere vuoto: può arricchirsi di momenti più o meno profondi, a partire dalle esibizioni artistiche di valore, fino alla cultura popolare, che si riflette nello show-business, ed al contempo fa riflettere. Fiorello ha la capacità di affrontare con leggerezza e normalità questioni che altri pongono aggressivamente o pedantemente; non fa direttamente satira, ma il modo in cui si rapporta alle questioni scottanti, trattandole con la normalità del buon senso e del quotidiano, è forse ancora più efficace del graffio aggressivo di una provocazione – o comunque un suo necessario complemento, che ne incoraggia la metabolizzazione. Su Il Fatto Quotidiano Lorella Zanardo oggi ci parla del modo in cui Fiorello si rapporta alle donne ospiti del proprio show: da pari a pari, co-protagoniste talentuose dei suoi sketch e dei suoi duetti. Io invece voglio condividere con chi non l’abbia visto il profilattico-show di ieri sera: non sapremo mai se la circolare di cui si vocifera (che avrebbe proibito di pronunciare la parola profilattico e/o preservativo in Rai durante le giornate di sensibilizzazione alla prevenzione all’AIDS) sia vera o meno, ma, giusto per fugare ogni dubbio, Fiore si è lanciato in una divertente, ironica, ma anche intensa, campagna a favore dell’uso del preservativo, come vero e proprio salvavita: si sa? Forse, ma ricordarlo ed incoraggiarne l’uso in modo inequivocabile eppur non paternalistico, non succede spesso, anche se dovrebbe essere, appunto, normale. Verso la fine della sua “tirata” si è unito a lui anche Jovanotti, e questo non è un dettaglio, perchè questi due, insieme sullo schermo, sono un’assoluta delizia! Quasi troppo per il mio cuore di donna e di ammiratrice, in quanto fan, ma anche estimatrice della loro energia, incanalata e proficua, condivisa ed ispiratrice. Che spettacolo!

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Latitante ormai da decenni, a tal punto che ormai ci eravamo abituati alla sua assenza come se fosse la normalità, ieri sera si è rifatta viva la politica. Sul servizio pubblico (Rai) non se n’è accorto nessuno, pare che, a meno di sedersi sui divanetti bianchi di Porta a Porta, un politico non esista. La7 e SkyTG24 hanno trasmesso in diretta la presentazione della manovra, da parte di questo Presidente del Consiglio, che è più nuovo di quel che sembra. Mario Monti si è seduto di fronte ad una platea di giornalisti ed ha presentato il frutto del proprio lavoro con la nuova squadra governativa. La Ministra Fornero addirittura ha versato qualche lacrima. Ora, io non sono nessuno per dire se la manovra sia più o meno giusta, non essendo un economista nè un’addetta ai lavori, ma diciamo che non sono rimasta scandalizzata da nessuna scelta palesemente irragionevole, populista o ad personam. E questo è già un gran passo avanti! Diciamo che, soprattutto, sono entusiasta di un governo che ci mette la faccia, che risponde alle domande dei giornalisti, che prova anche a spiegare le cose in parole semplici e garbate. Un governo che non è scevro di umanità e di senso dell’umorismo, ma che fa una cosa semplice: sceglie innanzitutto la serietà, perchè il lavoro che deve compiere (come quello di un qualsiasi governo, non solo di uno tecnico in un momento di grave crisi) è serio. L’umanità sta nel lavoro fatto per raggiungere questo risultato, nell’impegno, nella fatica e nella stanchezza, nella scelta del vocabolario da usare, che non è nè politichese, nè quello che si usa su volantini chiassosi ed invadenti. L’attesa continua: aspetto di vedere applicate le misure che l’urgenza di questa manovra non ha ancora permesso, voglio vedere tagli molto più consistenti ai privilegi, mi aspetto che l’economia verde rientri nel rilancio del paese, mi aspetto ancora molto e spero di poter assistere alla realizzazione di un’Italia instradata verso la modernità. Intanto, però, permettetemi di sentirmi confortata da persone che per noi lavorano ed a noi rendono conto. Forse anche in Rai prima o poi si renderanno conto di cosa voglia dire servizio pubblico, ma temo sarà un punto d’arrivo, piuttosto che una tappa sul percorso dell’esempio e della professionalità.

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