Perché? Per lo stesso motivo per il quale ho risposto nel seguente modo alla domanda di una mia cara amica: “Ma credi che serva davvero a qualcosa?”. La risposta è stata: servono a me, a prescindere dalle scelte di merito, per sapere che la maggior parte degli Italiani che hanno diritto al voto ha deciso di esercitarlo, è tornata ad interessarsi attivamente alle questioni della res publica (anche la propria, non dimentichiamolo mai), vuole partecipare ed ha ancora abbastanza speranza per esprimere la propria opinione e cercare di cambiare le cose. Aggiungo: è finito il tempo dei furbetti – avete perso, a tavolino. Se speravate vincere la corsa avreste dovuto correrla. Ha perso il partitismo, perchè la gente si è espressa secondo la propria coscienza e molta ha fatto il possibile per informarsi, spesso partendo da zero e magari non arrivando alla scienza assoluta, ma a saperne più di prima – me compresa, errori inclusi. Molti si sono espressi contro le indicazioni “di partito” o nonostante le indicazioni di partito, basta aver parlato con la gente in questi giorni per saperlo. Molti non hanno più un partito. Era un referendum politico? Sì: perchè la polis la vogliamo diretta in modo diverso da come la si sta dirigendo ora, al governo in particolare, ma non solo. E vogliamo partecipare al cambiamento. Siamo solo all’inizio del lungo e complesso percorso, ma ci sembra sempre meno impraticabile. Perchè il vero perdente è chi non partecipa nemmeno per la paura di perdere, non chi corre e non vince (© Little Miss Sunshine). Ma adesso si può veramente di sperare di vincere, oltre l’oggi, che comunque è delizioso… 🙂
Hai visto che soddisfazione? E’ proprio il caso di dire people have the power!!! Credo sia stato un referendum contro il despotismo in senso lato e non politico perchè in Italia ormai di partiti non esistono più. La gente non crede più nella politica è disillusa, ha solo voglia di cambiamento e il referendum è stato un mezzo per urlare BASTA con i privilegi, siamo noi l’Italia che si sacrifica e vogliamo un futuro migliore per i nostri figli.
Purtroppo i politici hanno rovinato il senso della parola politica, ma sarebbe bello recuperarlo – anche perchè ad oggi l’anarchia in Italia non funzionerebbe 🙂 Adesso, invece di limitarci a godere di una vittoria (della quale dobbiamo godere in modo illimitato!!) dobbiamo cominciare a porre i primi mattoncini della riscossa, con lavoro ed impegno, anche personale, diretto, con l’attenzione stretta proprio alla politica nel senso più alto. Invece di rimanere disgustati, rompiamo le scatole perchè le persone ed i sistemi cambino! Siamo solo all’inizio…
Ho preso nota di questo indirizzo dal blog di Laura Castelletti. Complimenti !.. lo visiterò con più calma….
in quanto all’articolo sopra , lo trovo perfettamente calzante con la situazione attuale… finalmente gli Italiani stanno prendendo coscienza di ciò di cui la politica e i cosidetti politici dovrebbero avere a cuore: il bene del nostro Paese…
Ti ringrazio Stellina, benvenuta! E per entrare nel merito… io co spero davvero, non sarà semplice, ma non c’è un minuto da perdere! ciao
Aggiungo: mi piacerebbe che anche qui ci fosse una piattaforma per scambiare idee sul COME andare avanti ora, COSA fare, perchè scardinare un sistema ed una mentalità non è semplice. E per motivare ogni cittadino a dare il proprio contributo, a scendere in campo, non necessariamente in politica, ma nella polis, nella propria città, associazione locale, scuola, centro culturale. E’ ora di smetterla di delegare. E ri-grazie 🙂